Nella definizione del GSE, una CER è "un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità."
Questi modelli stanno diventando sempre più popolari, sia per le utenze domestiche che per le PMI. In questa pagina, puoi scoprire le differenze tra autoconsumo fisico e autoconsumo virtuale, con alcuni esempi concreti di comunità energetiche e simulazioni per privati cittadini e piccole-medie imprese.
Comunità energetiche: esempi
Continua a leggere per conoscere alcuni modelli ed esempi di comunità energetiche.
Ecco un indice degli argomenti trattati:
Autoconsumo fisico:
Nel caso in cui l'impianto venga collegato al POD di un'utenza a cui sono associati dei consumi di energia elettrica nasce la figura del prosumer che, ricoprendo contemporaneamente sia il ruolo di consumatore che di produttore, può autoconsumare fisicamente la propria produzione.
L'utente prosumer può così beneficiare di un risparmio in bolletta per mancato acquisto di energia dalla rete il cui ammontare dipende da:
- Incontro dei profili di produzione e consumo
- Prezzo di acquisto contrattualizzato dall'utenza con il proprio venditore di energia elettrica
La quota di energia eccedente l’autoconsumo fisico viene immessa e valorizzata in rete dal prosumer.
Esempio di autoconsumo fisico 1 – Utenza domestica:
Consumo medio annuo di energia elettrica = 2.700 kWh
Potenza impianto fotovoltaico installato in copertura = 6 kWp
L’utenza, autoconsumando fisicamente la propria produzione, può soddisfare autonomamente circa il 54% del proprio fabbisogno (risultato ottenuto ipotizzando un profilo di prelievo tipico delle utenze residenziali).
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L'utenza deve acquistare dalla rete solo il 46% dell'energia. L’importo in bolletta si dimezza.
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L’energia eccedente, pari all’80% della produzione, viene immessa e valorizzata in rete. Il valore di energia elettrica che fluisce verso rete dipende dal prezzo zonale orario che si determina sulla borsa elettrica e sempre soggetto a variazione di mercato.
Esempio di autoconsumo fisico 2 - PMI:
Consumo medio annuo di energia elettrica = 200.000 kWh
Potenza impianto fotovoltaico installato in copertura =150 kWp
L’utenza, autoconsumando fisicamente la propria produzione, riesce a soddisfare il 46% del proprio fabbisogno energetico (risultato valido per il profilo di prelievo considerato e da ripetere con i dati reali relativi all’utenza in esame).
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L’utenza deve acquistare dalla rete il 54% dell’energia. L’importo in bolletta si dimezza.
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L’energia eccedente, pari al 48% della produzione, viene immessa e valorizzata in rete. Il valore di energia elettrica che fluisce verso rete dipende dal prezzo zonale orario che si determina sulla borsa elettrica e sempre soggetto a variazione di mercato.
Autoconsumo virtuale:
Entrando a far parte di una CER gli utenti prosumer possono condividere l’energia immessa in rete con i membri dell’aggregazione. A questo meccanismo è associata una tariffa incentivante funzione della potenza di impianto e della zona geografica.
Nel caso di impianti di taglia inferiore ai 200 kWp e situati nella Regione Marche la tariffa premio è pari a 124 € per ogni MWh condiviso, a cui si somma il corrispettivo di valorizzazione di 10,57 €/MWh.
L’importo maturato attraverso l’autoconsumo virtuale viene ripartito tra i membri della CER secondo regole stabilite dalla stessa.
Esempio di autoconsumo virtuale 1.1 – Utenza domestica:
Energia eccedente = 5,73 MWh
Nell’ipotesi che tutta l’energia venga autoconsumata virtualmente all’interno della CER l’incentivo maturato ammonta a 770 €/anno.
Assegnando ad ogni produttore un premio di 10 € per ogni MWh condiviso, l’utenza riceve 57 €/anno.
Le utenze residenziali possono realizzare un impianto fotovoltaico beneficiando della detrazione IRPEF, riconosciuta nella misura del 50% su un ammontare massimo di spese detraibili riconosciute pari a 96.000 €. La detrazione prevede una suddivisione in 10 quote annuali di pari importo della detrazione ammessa a riduzione dell’IRPEF.
L’accesso alla detrazione fiscale non comporta una decurtazione della tariffa incentivante.
Esempio di autoconsumo virtuale 2.1 - PMI:
La PMI aderisce ad una CER in cui condivide l’energia prodotta non autoconsumata fisicamente, pari a 87,13 MWh.
Nell’ipotesi che tutta l’energia venga autoconsumata virtualmente all’interno della CER, l’incentivo maturato ammonta a circa 11.700 €/anno.
Assegnando ad ogni produttore un premio di 10 € per ogni MWh condiviso, l’utenza riceve 870 €/anno.
Per la realizzazione di impianti da inserire in una CER, se situati in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, è possibile richiedere l’accesso al contributo PNRR nella misura massima del 40% dei costi di investimento ammissibili. L’accesso a questo contributo comporta la riduzione della tariffa premio.
Esempio di autoconsumo virtuale 2.2 - PMI:
Ipotesi: per la realizzazione dell’impianto da 150 kWp la PMI deve sostenere un investimento di 130.000 €.
Accedendo al contributo PNRR, riconosciuto nella misura del 40%, l’utenza riceverà un contributo di 52.000 € e la conseguente riduzione della tariffa premio a 62 €/MWh in capo alla CER. à Il beneficio economico maturato dalla CER si riduce a così 6.300 €/anno.
Vista l’importante riduzione dell’incentivo e il vantaggio ottenuto dal produttore si ritiene opportuno ridurre o annullare il premio assegnatogli. Nel caso in cui sia di 5 €/MWh, l’utenza riceve 430 €/anno.